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OGM, CIA e TAV

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Su Nature, mi segnala Giovanni T. che sta scrivendo un libro sugli Ogm, esce una ricerca di Luis Herrera-Estrella et al. Come al suo solito, Luis H-E cerca di risolvere problemi che non hanno nulla a che vedere con i profitti di Monsanto & Co:

Two major challenges for agriculture are that phosphorus is a non-renewable resource and that weeds have developed broad herbicide resistanceOne strategy to overcome both problems is to engineer plants to outcompete weeds and microorganisms for limiting resources, thereby reducing the requirement for both fertilizers and herbicides. Plants and most microorganisms are unable to metabolize phosphite (PO3?3), so we developed a dual fertilization and weed control system by generating transgenic plants that can use phosphite as a sole phosphorus source. Under greenhouse conditions, these transgenic plants require 30–50% less phosphorus input when fertilized with phosphite to achieve similar productivity to that obtained by the same plants using orthophosphate fertilizer and, when in competition with weeds, accumulate 2–10 times greater biomass than when fertilized with orthophosphate.

(Non so se siano realistiche le previsioni sul picco del fosfato, per ora i prezzi sembrano smentirle.)

L'esperimento di Luis et al. è stato fatto sul tabacco in serra e in Argentina perché in Messico rischiava di essere distrutto da gruppi anti-Ogm (sulla situazione messicana, rif. questo articolo).

Eppure sono dalla stessa parte. Luis era attento a quanto scriveva il sub-comandante Marcos, per dire, e aveva analizzato i suoli del Chiapas, zeppi di alluminio che impedisce la cattura dell'azoto da parte delle radici dei fagioli. I contadini praticano tuttora lo "slash and burn" per niente sostenibile, gli erano venute delle idee. Ma si concentrava su argomenti scientifici, così si era scontrato con militanti di Greenpeace.

Secondo me (refrain), gli Ogm vanno valutati uno per uno come fa per esempio il WWF in Brasile quando trova finanziamenti per farlo liberamente (non facile) e nel contesto più generale della storia dei rapporti Nord-Sud (per semplificare). Giovanni T. mi segnala anche Il caso OGM, un nuovo libro di Roberto Defez, che di quella storia non tiene conto.

Nel terzo mondo, quasi tutte le ONG locali che conosco diffidano sia delle multinazionali che degli scienziati che dichiarano di voler salvare il mondo. Per brutte esperienze, motivi religiosi, culturali e altri ancora. E quando il governo USA vuole l’adozione degli Ogm in cambio di aiuti bilaterali mentre la CIA (1) usa i medici della campagna di vaccinazioni per stanare Bin Laden, non è che aiuti.

Discuto spesso di Ogm con fitogenetisti della CGIAR che fanno sementi per i paesi poveri e siamo tutti d'accordo sui rischi per la biodiversità, l'evoluzione accelerata di resistenza ecc., ma ci sono aspetti più generali.

Finché le sementi transgeniche sono progettate per un’agricoltura su scala industriale, mi sembra normale che succeda come per altre tecnologie “di grande impatto” in cui la scienza è usata strumentalmente da entrambi gli schieramenti. L’opposizione alla TAV non è suscitata dalla novità -  o dai suoi rischi - ma da chi la gestisce e come. Altrimenti ci sarebbero movimenti contro internet e  i cellulari che portano cambiamenti ben più radicali, no?

(1) Il 16 maggio scorso, il POTUS ha promesso che non lo farà più. Anche a volergli credere, è troppo tardi per fermare la strage di bambini, medici e infermiere - non solo in Pakistan.

Aggiunta 11.7.2014

Metto qua un po' degli articoli che segnalavo ad Alberto:

- War on weeds loses ground

- A hard look at GM crops

- A growing problem

 

***

O's digest - Nature

- un editoriale e un articolo di protesta contro la repressione della libertà di ricerca in Egitto e in Russia.

- in "Espulsione dalla storia", Scott Power riprende il paper di Camilo Mora et al. che avevano creato un indice per stimare quando il clima devierà dalla variabilità che risulta dalle registrazioni "storiche", la critica di Susan Salomon, Reto Knutti et al. e la replica degli autori.

Illustration of climatic expulsion.

Mora et al. riconoscono che la loro proiezione del tempo di espulsione è il risultato di una media statistica e non è valida per tutto il pianeta, ma non trovano sbagliato quantificare l'incertezza con il margine di errore abituale per i modelli. Powers fa un'analogia:

Imagine that a doctor receives a text message from Harry, who is doing a school project on life in the nineteenth century: “What is the average age at death of people born in our city in 1860?” Having just read a report on the topic, the doctor promptly replies “61 ± 1.2 years.” This is the estimated average, together with an indication of the accuracy with which the average value is known.

A few days later, Harry sends a second message: “How old were they when they died?” The doctor, recalling her previous text, is about to re-type “61 ± 1.2 years,” but then realizes that this is a different question. The range of possibilities is substantially broader than ± 1.2 years. Some people died soon after birth, others lived beyond 80 years of age. She then replies: “0 to 80+ years.”

Salomon, Knutti et al. trovano più corretto rispondere da "o a 80 anni", ma non mi pare una gran stima perché c'erano parecchi novantenni anche allora. Secondo Powers, la maggior parte delle conclusioni del paper restano valide lo stesso:

Expulsions are indeed expected to occur under business-as-usual scenarios over wide areas before 2100. These will tend to occur sooner under scenarios involving higher emissions, and are more likely to happen soonest in regions that include biodiversity hot-spots and many low-income countries.

Per stime del genere i modelli mi sembrano lo strumento sbagliato, meglio calibrarli per regione come Mann et al. nel caso della malaria. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensano a Real Climate.

***

Nella loro ricostruzione della deglaciazione Bølling–Allerød, una botta di caldo nell'emisfero nord  tra 15.000 e 12.000 anni fa, Nivedita Thiagarajan et al. del Caltech dicono che sarebbe dovuta a un accumulo di calore nelle profondità degli oceani meridionali finché l'abituale stratificazione è saltata e le correnti hanno riscaldato quelli settentrionali cambiando molto velocemente il clima locale. Secondo loro, è un meccanismo diverso da quello che ha provocato oscillazioni del Dyas arcaico e recente nello stesso periodo.

***

Battle of the Graphs, rimmel cont.

Da Watts, Sua Signoria dalla rosa saracinesca pubblica altre opere d'arte grafica, dopo aver confessato di aver pubblicato un grafico taroccato da ignoti, senza indicarne la provenienza, e minacciato altre querele contro chi dubita della Forza X ipotizzata con dati "assumed" da David Evans, la quale sta per provocare un'era glaciale, nonché contro i blog, come quello di Watts, che ospitano i dubbi. Antologia da Hot Whopper.


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